Visita guidata da Paolo Vanoli alla mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi Maestri” – Con Inner Wheel Club di Como. Gallerie d’Italia, piazza Scala Milano
Accompagnati dallo storico dell’arte comasco Paolo Vanoli, esperto di arte figurativa lombarda di età moderna in particolare quella tra Cinque e Settecento, in folto gruppo di partecipanti – tra Inner Wheel e Amici dei Musei di Como – abbiamo ammirato la valente esposizione di oltre 50 opere, molte delle quali esposte per la prima volta a Milano, di seguaci di Caravaggio, come Battistello Caracciolo e Ribera, e nuovi maestri, quali Rubens, Van Dyck, Procaccini e Strozzi.
La mostra racconta in pillole la storia artistica di tre città italiane: Napoli, Genova e Milano legate all’orbita spagnola in anni di rinnovamento del gusto, tra la rivoluzione tutta tesa al naturale di Caravaggio e la nuova età colorata e festosa del Barocco. Infatti, in quegli anni, la cultura caravaggesca si affermò rapidamente in tutti quei luoghi dove il maestro soggiornò, in particolare a Roma, Napoli e nell’Italia meridionale. Tuttavia ciò non avvenne in altri importanti centri della penisola dove pure si continuava a dipingere, e anche molto bene: non successe, a titolo d’esempio, se non incidentalmente, a Firenze, Bologna, Venezia, Torino, Genova e persino a Milano, dove Caravaggio nacque e si formò, ma da dove si allontanò precocemente senza più lasciare tracce di sé.
L’eccezionale punto di partenza dell’esposizione è un interessante ed emblematico confronto tra il Martirio di sant’Orsola dipinto a Napoli da Caravaggio nel 1610 su richiesta di Marco Antonio Doria e la tela di analogo soggetto di Bernardo Strozzi, realizzata a Genova tra il 1615 e il 1618 negli anni in cui il pittore era in contatto con il fratello di Marco Antonio, Giovan Carlo, forse il più grande collezionista nell’Italia del Nord agli inizi del Seicento. Le scelte collezionistiche dei due fratelli genovesi hanno un ruolo chiarificatore nello sviluppo della mostra. Uniti nella vita e nella gestione del patrimonio economico familiare ma divisi nelle scelte in campo artistico, maturate perlopiù in seguito ai loro orizzonti di affari e di affetti: Napoli per Marco Antonio, Milano invece per Giovan Carlo.
Ha concluso la visita l’eccezionale presentazione in mostra de l’Ultima Cena di Giulio Cesare Procaccini, tela di 40 metri quadrati eseguita per l’amata chiesa della Santissima Annunziata del Vastato di Genova dalle famiglie aristocratiche della città e che è stata oggetto di un lungo e articolato lavoro di restauro presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale“. Questo capolavoro restituisce al pittore bolognese radicato a Milano un peso nella storia dell’arte italiana che gli va definitivamente riconosciuto.
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